Origine ed evoluzione dell’artista di strada
Gli artisti di strada o i cosiddetti buskers (ossia chi si “busca” il pane intrattenendo il pubblico per la pubblica via), hanno origini antichissime.
Si dice che i primi giocolieri siano comparsi nell’antico Egitto e che fossero ingaggiati nei mercati per attirare l’attenzione dei passanti sui banchetti di vasellame esibendosi in volteggi di piatti e coppe.
Con la profonda crisi che sconvolse l’Impero Romano, vennero travolte anche le istituzioni teatrali, andarono persi e dimenticati persino i testi. Ma nonostante tutto, nei piccoli villaggi di fronte alle chiese, e nelle piazze di mercato, qualcuno ancora intratteneva il pubblico; è la figura del jongleur.
Il termine jongleur deriva dal latino jocular, che a sua volta viene da jocus, scherzo o gioco, e dal VI secolo in poi tende a sostituire i termini mimus, scurra, e histrio.
Si diffonde poi in gran parte delle lingue volgari europee: in francese jongleur, in spagnolo juglar, in portoghese jogral, ed in inglese jogler.
Nel periodo medioevale, in occasione di fiere e mercati, nasce il teatro di strada davanti al tempio, di fronte al sagrato della chiesa: mimi e buffoni sono gli antagonisti profani delle sagre e le rappresentazioni trovano spazio sulle piazze e sui sagrati delle chiese.
Sono istrioni, giocolieri, venditori di pozioni, ciarlatani e a volte semplici declamatori o dicitori, che mescolano i misteri sacri ai misteri buffi invadendo la città e contribuendo a divulgare la cultura popolare. Non sono da dimenticare i cantastorie che narrano guerre, duelli di amore…
Nel Novecento il “teatro” lascia il “teatro” (inteso come luogo ad hoc) ed esce nuovamente per strada, riappropriandosi di quegli spazi scenici che erano stati della commedia dell’arte e dei giullari, ma lo fa per finalizzare lo spettacolo teatrale a intenti dichiaratamente politici. Non solo la strada, ma anche gli spazi urbani si prestano a trasformarsi in spazi scenici, e ciò che contraddistingue lo spettacolo di strada non è tanto il luogo specifico in cui avviene, quanto l’assenza di un luogo ad hoc; il fatto di svolgersi all’aperto non è sufficiente a fare di un’esibizione uno spettacolo da strada.
Il mestiere degli artisti di strada ha sempre avuto bisogno di pochi ma essenziali ingredienti.
La scenografia è data dalla città, dalla piazza, dalla via, ossia qualsiasi spazio urbano.
Gli strumenti scenici sono spartani e ridotti al minimo: un costume, un cappello e una maschera.
Gli spettatori sono in continuo divenire, perché passanti e curiosi arrivano, si fermano e partono senza soluzione di continuità.
Il repertorio è il più vario e lascia spazio all’improvvisazione del momento pur non essendo improvvisato, deve adattarsi alle persone e all’atmosfera.
Gli artisti di strada devono attirare l’attenzione dei passanti, devono creare curiosità e aspettative sufficienti in modo tale da poterli distogliere dalle loro occupazioni.
Importante è “fare cerchio”, ossia creare nel pubblico curiosità e aspettativa “legandolo” alla rappresentazione fino alla fine.
Il mestiere di fare cappello per strada mantiene, nonostante l’età, quel carattere di fresca immediatezza.
Qualunque artista di strada sa che è indispensabile, per il buon funzionamento di uno spettacolo, una fase preliminare, di preparazione o meglio di “creazione del cerchio”.
È un momento preparatorio ma estremamente qualificante per la riuscita dello spettacolo.
Uno spettacolo da strada si basa sulla creazione di un filo diretto con gli spettatori senza che questi calino l’attenzione. Questo è ancora più vero se identifichiamo lo spettacolo nella sua forma pura, con quello a cappello, dove l’avvicinarsi della conclusione indica il momento di “fare cappello”, momento fino al quale è assolutamente indispensabile che l’artista di strada trattenga il pubblico per essere pagato.
Lo spettacolo di strada parte da un “testo aperto” in modo tale da consentire spazi per l’inserimento di pezzi di improvvisazione e di inclusione per poi arrivare al vero e proprio repertorio che include battute, gag, tecniche.
Lo spettacolo di strada non è mai improvvisato, ha sempre una struttura preordinata, ma la capacità di adeguarlo alla situazione genera l’impressione che l’improvvisazione prevale su ciò che è studiato, previsto.
Probabilmente, la vera essenza dello spettacolo di strada sta in una natura composita e nell’interazione di eventi molto diversi al
momento dello spettacolo, ma sapientemente miscelati dall’artista in un’alchimia che genera un evento unico.
L’artista di strada è accompagnato da elementi tipici del vagabondo, del migrante del nomade urbano, condividendo così il rischio, l’avventura. Percorre in continuazione metropoli e centri urbani presentando attività creative e di intrattenimento.
Tutti sono accomunati dalla strada, elemento che unisce e differenzia, dando luogo a mescolanze di figure e di generi.
Gli spazi urbani vengono così animati da spettacoli di giocoleria, di acrobatica, da musica, dai clown, dai trampolieri, dai mimi.
Con le sue esibizioni, l’artista di strada unisce i fenomeni locali all’universo globale.
Negli ultimi vent’anni si sono affermati numerosi artisti che dell’arte e dell’artigianato hanno fatto la loro vita. In passato questo lavoro era considerato un modo per sopravvivere e la gente li considerava degli “accattoni”, mentre nel tempo è diventato una vera e propria arte specifica che si collega a più modelli teatrali. In Italia questi attori sociali emigrano, spariscono per poi ricomparire sotto i nostri occhi, presi ed indaffarati nella loro vita quotidiana, nelle piazze nei centri storici. Non sempre però la gente è interessata all’incontro con essi, perché può essere concepita come un’irruzione della vita quotidiana.
Per attirare l’attenzione, l’artista di strada usa i suoi “skill”, le sue abilità.
La molteplicità delle esibizioni artistiche, è rafforzata dalla presenza di attori sociali diversi, che occupano svariate posizioni sociali.
Attualmente l’artista di strada è di moda, è richiesto nelle feste di paese, nei compleanni, nei matrimoni, nelle feste private, nei teatri quindi si presentano come attori poliedrici.
Nelle loro performance e nella loro identità si fondano origini, motivazioni, scelte diverse come si evincerà in seguito dalle testimonianze raccolte.